[UNIVERSO OTAKU-VIDEOLUDICO]Infinite: L'alba del Ragazzo Leggendario

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  1. SilvioShine
     
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    Qual è l'ultima cosa che un morto vede con gli occhi di un vivo? ...La luce...

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    Mallet Island o Fortuna... chi può saperlo....?

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    CAPITOLO 4
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    Dopo quel combattimento, Edward non si fece vedere a scuola per diverse settimane. Il preside, invece, una volta venuto a sapere dell'accaduto, decise di licenziare il professore di educazione fisica, temendo per altri incidenti simili. Ma io sapevo che non era stato un incidente, anzi, fosse stato per me avrei continuato fino a che quel maledetto si fosse ridotto a un'informe poltiglia sanguinolenta. Quando raccontai l'accaduto a Camilla, lei mi rimproverò per essere stato tanto irresponsabile; stavamo pranzando e io punzecchiavo la mia bistecca con la forchetta, mentre mia sorella mi esponeva tutte le possibili conseguenze delle mie azioni, mi rammentava quanto fossi stupido ed esprimeva le sue serie preoccupazioni per il ragazzo che aveva avuto la sfortuna di affrontarmi. <<chissà quanto ci metterà a ristabilirsi!>> sbottò nuovamente la ragazza, <<credi che lui avrebbe fatto lo stesso, a te?!>>; le scoccai uno sguardo di fuoco e battei il pugno sul tavolo; Riolu e gli altri miei pokémon ci guardarono spaventati. Mi dispiacque molto distogliere la loro attenzione dal loro pasto, ma quella cosa andava chiarita. <<capisco che tu sia convinta che Edward sia un bravo ragazzo>> le dissi, <<ma devi accettare la realtà e credermi quando ti dico che quel "bravo ragazzo" è in realtà un infame, un verme, un dannato pronto a far soffrire il primo debole di cuore che gli capita a tiro!>>, <<ma tu non sei debole!>> ribatté Camilla puntandomi l'indice contro, <<sei la persona più forte che io conosca! Non puoi permettere loro di provocarti...>>; <<ti assicuro che non avranno più il coraggio di farlo!>> sibilai con lo sguardo abbassato. Le mani congiunte a pugno e messe davanti alla bocca, dandomi un'aria tremendamente seria. La Campionessa mi sorprese ridendo di gusto; la guardai confuso. <<sei decisamente mio fratello!>> disse alla fine, risi anch'io e tornammo a mangiare, riappacificati.

    Il giorno dopo, che era domenica, decisi di allenarmi un pò con la spada che da poco mi era stata donata, e, finalmente, saggiare le abilità dei miei mostriciattoli tascabili. Uscii di casa alle sette del mattino, con il fodero dell'arma nella mano sinistra e le pokéball di cui avevo bisogno nella destra. Scesi in giardino, lì avrei avuto tutto lo spazio che desideravo. Il luogo era tranquillo e soleggiato; l'erba del praticello si muoveva pigramente a contatto con la brezza. Il silenzio era dominante. Le rose che Camilla aveva deciso di coltivare stavano godendosi il piacevolissimo calore proveniente dal cielo. Posai le sfere sul pavimento della veranda e mi misi al centro del prato. Indossavo nient'altro che un paio di pantaloni da vento, leggerissimi, e delle scarpe che usavo spesso per allenarmi. Il torso nudo subito percepì la calda luce solare; sospirai e, a occhi chiusi, rivolsi il volto al cielo in modo da rilassarmi e svuotare la mente, poichè, curiosamente, non pensando a nulla riuscivo a combattere in maniera più fluida e complicata. Anche se non era affatto semplice.
    Ancora con lo sguardo cieco rivolto al sole, indossai il fodero della spada a tracolla e strinsi la cinghia all'altezza del petto. Alla fine, lentamente, tornai a guardare dinanzi a me; la mia immaginazione fece il suo lavoro: ero circondato da abili nemici armati, pronti ad ingaggiare una lotta furibonda con il sottoscritto. Respirando profondamente e con la lentezza mistica di un monaco, mi misi in posizione di guardia. Dopo un momento, colpii il nemico davanti a me con un pugno in scatto, eseguii una giravolta e colpii quello a destra con un calcio al viso, facendolo girare su se stesso. Gli altri contrattaccarono con i manganelli. Uno arrivò da destra tenendo l'arma sopra la testa; lo evitai scansandomi di lato e quello cadde lungo disteso. Ne disarmai un altro e lo colpii al viso con l'oggetto stesso per due volte, per poi piantarglielo nella tempia di traverso. Mi voltai e, come se il tempo stesse improvvisamente rallentando, allungai la mano verso l'elsa della spada e ne sguainai la lama, producendo una lunga e vibrante nota cristallina. Con la spada poggiata sulla spalla, piegai le ginocchia e mi lanciai all'attacco. Con rapidi fendenti massacrai decine e decine di nemici, confondendo tutto quanto in un turbinio di sangue e membra mutilate; bloccai un colpo con il pomolo, e con un fendente circolare mozzai il braccio del fantastico malcapitato...
    <<silvio!>> mi richiamò qualcuno; all'istante persi la concentrazione e tutti i nemici svanirono. Persi la presa della spada e quella volò via, piantandosi vibrando nella staccionata delimitante il giardino. Sbuffai, irritato da quell'interruzione. <<si può sapere cosa stai facendo?>> mi chiese Camilla avvicinandosi con uno sguardo severo; sospirai. <<non ci si può più neanche allenare, ora?>> le chiesi di rimando e mi feci scricchiolare il collo, <<allenarsi si>> rispose lei, controllando lo stato delle sue amate rose, <<non mulinare la spada a caso, come se fossi impazzito>> mi concessi una risatina, <<a caso? Per tua informazione, ho studiato arti marziali per quattro anni quindi so perfettamente come impugnare una lama>>, <<se lo dici tu...>> bofonchiò.
    Non potendo allenarmi con la spada, liberai i miei pokémon, per poi cominciare a pensare come fare a testare le loro capacità. Piplup, Turtwig e Chimchar giocavano assieme, stando attenti ai fiori di Camilla, che già li aveva rimproverati; Riolu, invece, stava seduto accanto a me, tutto serio, e mi osservava come se fosse stato ansioso di capire come sarebbe proceduto il loro addestramento. Era un gran bel grattacapo.
    <<vuoi una mano?>> mi chiese la Campionessa mentre mi porgeva un bel bicchiere di limonata e mi si sedeva accanto; bevvi qualche sorso, felice di idratare finalmente la gola riarsa. Mi asciugai un angolo della bocca con il dorso della mano, <<che intendi dire?>> dissi mentre concedevo un pò di bevanda a Riolu; Camilla bevve e rispose: <<potrei aiutare te e i tuoi pokémon con una lotta>>, <<varrebbe a dire affrontarmi con i tuoi?>>, la ragazza annuì. Ci pensai un attimo: combattere con Camilla sarebbe un ottimo allenamento... Ma è la Campionessa di Sinnoh, dopotutto, non ho speranze di fare il solletico ad uno solo dei suoi pokémon, figuriamoci tutti e sei...
    ...
    ...
    ...
    ... Al diavolo! Facciamolo!
    Mi rivolsi a mia sorella, che attendeva una risposta. <<ci sto!>> le dissi, sorridendo, risoluto; Riolu e gli altri pokémon mi guardarono attoniti, increduli alle mie parole. Camilla sorrise, evidentemente compiaciuta. <<molto bene!>> disse, <<cominciamo subito!>>.

    Ci posizionammo a venti metri l'uno dall'altra, in modo da rispettare le dimensioni di un campo lotta regolamentare. <<potrai usare tutti i pokémon che vorrai>> disse la Campionessa, <<io userò solamente Garchomp>>; sospirai, <<forza, Chimchar! Cominciamo!>> lo schimpanzè rosso si fece avanti, nonostante l'esitazione iniziale. <<garchomp, vieni fuori!>> il drago scuro atterrò sul prato, sollevando un grosso polverone, e ruggì ferocemente, lasciando sgomenti tutti i miei pokémon, tranne Riolu che si costrinse a rimanere fermo al suo posto.
    <<attacca pure per primo!>> mi concesse la ragazza; <<cominciamo subito! Chimchar, Graffio!>> il tipo Fuoco si scagliò contro il suo avversario e prese a graffiarlo al ventre con i suoi artigli. Continuò ad infierire per quelli che parvero minuti interi ma, quando ebbe terminato l'attacco, Garchomp ci rivolse un inquietante sorriso: l'attacco non l'aveva neanche sentito. <<dragartigli!>> sbottò Camilla e il suo compagno spiccò un altissimo balzo e, mentre cominciava a ridiscendere in picchiata, il suo artiglio destro si illuminò di energia rossastra. Sentii l'aura del dragone crescere a dismisura mentre caricava un colpo che sarebbe risultato devastante.
    <<chimchar, evitalo!>> lo shimpanzè fece appena in tempo a buttarsi e rotolare di lato, che il suo avversario finì a colpire il suolo, causando un gigantesco e profondissimo squarcio nell'erba. Rimasi a bocca aperta: un pokémon addestrato per così tanto tempo poteva davvero raggiungere una potenza simile? Se era così, ero più che disposto ad impegnarmi con tutto me stesso pur di far diventare i miei compagni delle vere e proprie leggende. Strinsi i denti e ordinai: <> Chimchar saltò sulla testa di Garchomp e cominciò a tempestarlo di braci fiammeggianti; quest'ultimo, però, si limitò a chiudere gli occhi per schermarli dal calore e, quando li riaprì, semplicemente si scrollò il mio pokémon di dosso. Il tipo Fuoco cadde in avanti e per un instante rimase sospeso in aria proprio davanti agli occhi del drago; <<lacerazione!>> ordinò Camilla.
    Oh, no... pensai.
    Il pokémon Caverna colpì il suo minuscolo bersaglio con un fendente dall'alto verso il basso, inchiodandolo in un cratere grande quanto il suo corpicino. Feci rientrare Chimchar nella sua pokéball, augurandogli un buon riposo. Guardai Camilla: era tranquilla, serena, senza alcuna preoccupazione. Per lei, non rappresentavo alcuna minaccia; ero poco più di una mosca che infastidisce un drago. Quasi letteralmente, in quel caso.
    <<piplup, abbi coraggio! Tocca a te!>> dissi al pinguino, il quale, con grandissima spavalderia, si battè una pinna sul petto e si posizionò davanti a Garchomp; <<proviamoci...>> sospirai, <<vai con Bolla!>> e il mio pokémon generò alcune bolle dal suo minuscolo becco e le scagliò contro l'avversario... E lo colpì in piena testa... ma non sarebbe stato sufficiente.
    <<ira di Drago!>> il dragone inspirò profondamente ed accumulò energia tra le fauci, che prontamente si illuminarono di abbagliante luce azzurra. Subito dopo lanciò un potente raggio di energia; Piplup non volle muoversi, anzi, preferì farsi colpire in pieno. << SEI IMPAZZITO?!>> gli gridai, mentre volava via a causa dell'impatto con la mossa nemica. Sospirai di esasperazione e feci ritornare il piccolo nella sua pokéball.
    <<turtwig, te la senti?>> chiesi alla tartarughina; quando annuì, lo sospinsi nel campo lotta. Tuttavia, non feci in tempo neanche a pronunciare neanche un ordine, che già Garchomp fissava Turtwig dritto negli occhi, a meno di venti centimetri di distanza; <<lanciafiamme!>> ordinò Camilla, e il povero pokémon Fogliolina si ritrovò circondato da un insopportabile inferno di fiamme. E non ne uscì incolume.
    Il respiro mi si fece affannoso dalla frustrazione: non ero riuscito a fare assolutamente nulla; la forza di una Campionessa era insuperabile, sconsolante... Schiacciante...
    Mi sentii tirare i pantaloni un paio di volte. Mi voltai: Riolu mi fissava con uno sguardo di supplica. <<vuoi combattere davvero?>> gli chiesi e il piccolo annuì prontamente. Se c'era qualcuno di cui potevo fidarmi, quello era Riolu; con il suo aiuto, ero sicuro di riuscire a dare del filo da torcere a Garchomp e Camilla. Sorrisi. Sì, ce l'avrei fatta. Ce l'avremmo fatta.
    <<riolu, diamoci dentro!>> il pokémon aura si fece avanti e prese a fissare il suo avversario con occhi di fuoco. Camilla, dall'altra parte del campo, sorrise compiaciuta di vederci così agguerriti. <<prendilo!>> gridai e Riolu assaltò Garchomp, correndo a grandissima velocità. <<dragartigli!>> il drago tentò di colpire il suo piccolo avversario mentre gli passava davanti, ma avevamo previsto entrambi quella eventualità; <<giu'!>> gridai e il pokémon scivolò, oltrepassando in questo modo il mostruoso dragone passandogli sotto le zampe ed evitandone l'attacco. <<ora torna su!>> Riolu, mentre ancora si muoveva, afferrò la coda di Garchomp e, sfruttandola come vincolo, si proiettò in alto, finendo fin sopra la testa di quest'ultimo. <<contrattacca!>> sbottò la Campionessa, e il suo pokémon tentò di obbedire, ma il suo artiglio destro, quello appena usato per attaccare, era rimasto bloccato nel terreno e gli impediva di muoversi; dovevo cogliere quell'occasione al volo. <<attacco Rapido!>> ordinai tempestivamente e il pokémon aura si scagliò contro il muso di Garchomp e lo colpì con un poderoso calcio, che lo scagliò, anche se per breve distanza, nella direzione opposta, liberandone anche l'artiglio.
    Riolu si allontanò con qualche saltello e si scagliò nuovamente contro il suo bersaglio. <<di nuovo! Dragartigli!>> Garchomp nuovamente sferrò il suo colpo; sorrisi: era proprio quello che volevo. <<riolu, sfrutta il suo braccio!>> e il piccolo, mentre era in volo, afferrò l'artiglio del drago con le zampe, senza ferirsi, dunque si arrampicò sul suo arto e lo risalì fino alla testa. Lì, poggiò la sua zampa sinistra proprio sul naso di Garchomp. Era un tattica così improvvisa che sia lui che Camilla rimasero sgomenti; <<palmoforza!>> ordinai e la mano di Riolu esplose di luce dorata, scagliando via il pokémon di mia sorella fin dall'altra parte del campo lotta.
    Garchomp si rialzò, furibondo, pronto a riprendere con la lotta; <<basta così!>> lo fermò Camilla con un gesto della mano e lo fece rientrare nella sua pokéball. Abbracciai Riolu, <<amico, sei fortissimo!>> gli dissi e quello sorrise per il complimento; <<non solo lui>> intervenne la Campionessa, <<ma anche tu hai dimostrato di essere molto abile>> toccò a me sorridere. <<ora però>> e tornò seria, <<ci alleneremo così ogni giorno, così potrai migliorare prima di partire per Sinnoh>>, <<non così spesso>> la interruppi, <<ti ricordo che tra un mese ho gli esami: ho bisogno di studiare>>
    <<troveremo una soluzione>>

    ***



    Tre settimane dopo, tutto procedeva a meraviglia, tra studio e allenamenti, nonchè i preparativi per la mia imminente partenza per Sinnoh.
    Tutti i miei pokémon erano diventati molto più forti, e resistevano per parecchio più tempo non solo contro Garchomp, ma anche contro tutti gli altri.
    Quel giorno si sarebbero avviati gli esami scritti. Tutti attendevamo con ansia il momento in cui avremmo dovuto mettere mano alle penne e sfruttare le nostre abilità. Alla fine, non vi furono assolutamente problemi: l'esame era fattibilissimo.

    Il giorno in cui, invece, sarebbero cominciate le prove orali, i problemi si facevano un pò più grossolani. Lucinda faceva parte del primo turno di interrogazioni. Quella mattina, come avevo promesso alla ragazza, attesi davanti alla classe dove si sarebbe dovuta svolgere la fatidica prova. Dopo una mezz'ora, vidi Lucinda arrivare trafelata; la guardai, chiedendomi la ragione per cui si fosse vestita di tutta fretta. <<mi sono svegliata tardi>> spiegò cercando di riprendere fiato, <<e sono riuscita a malapena a pettinarmi i capelli per bene>>. Agitai una mano per farle perdere l'argomento, <<va bene, va bene!>> le dissi in tono piuttosto severo, <<hai portato gli appunti? Hai ripassato la tesina?>>, <<certo che sì! Ho studiato fino a...>>
    <<shine!>> mi sentii chiamare. Dietro Lucinda stava camminando nella mia direzione, nessun altri che Edward Iceberg, facente anche lui parte del primo turno. <<che ci fai qui?>> sbottò e mi spinse con fare arrogante, <<non mi va di vedere la tua faccia prima di dover svolgere l'esame!>>; <<oh, e sono sicuro che andrai benissimo!>> commentai sarcasticamente. Quello perse la pazienza e mi sferrò un pugno; semplicemente mi scansai e finì per colpire il muro dietro di me, sbucciandosi le nocche a sangue. Mi rivolsi nuovamente a Lucinda; <<in bocca al lupo! Fa' vedere loro chi sei!>> la ragazza mi ringraziò e corse dentro l'aula per cominciare la prova.

    Quattro ore più tardi, Lucinda uscì, sembrava impallidita. Non mi stupii: era ovvio uscire sconvolti da un esame, e lo sapevo per esperienza diretta. <<silvio...>> disse, ora sembrava molto giù, <<devo parlarti>>.

    <<davvero?>> le chiesi, scioccato dalla rivelazione: da lì a una settimana, lei, l'unica amica che avessi mai avuto, avrebbe traslocato in una regione lontana, che, però, si rifiutava di nominare. <<sì...>> rispose. Stavamo passeggiando sul lungomare di Wine Hill; era il tramonto. Camminammo così per parecchio tempo, godendoci la compagnia dell'altro come meglio potevamo, poichè quelle erano le ultime ore che avremmo passato insieme.
    Quando la serata terminò, quasi mi venne da piangere nell'abbandonare quella ragazza. <<addio...>> le dissi, rivolgendole un solenne inchino mentre tornava a casa, come un cavaliere faceva con la sua regina... Era il minimo che potessi fare...

    Passò un mese... Toccava a me... Il mio viaggio, quello vero, stava per cominciare...
     
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29 replies since 11/5/2014, 18:17   838 views
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