[UNIVERSO OTAKU-VIDEOLUDICO]Infinite: L'alba del Ragazzo Leggendario

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  1. SilvioShine
     
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    Qual è l'ultima cosa che un morto vede con gli occhi di un vivo? ...La luce...

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    Mallet Island o Fortuna... chi può saperlo....?

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    CAPITOLO 5
    DUEFOGLIE

    Lentamente, aprii gli occhi.
    Ero nel mio letto, rilassato, ma triste. Molto triste. Notai che avevo gli occhi bagnati: evidentemente avevo pianto nel sonno. E il motivo era piuttosto evidente: incubi.
    Sospirai e mi costrinsi a mettermi a sedere; Riolu, come al solito, dormiva beatamente, con una calma imperturbabile. Come lo invidiavo, talvolta.
    Mi alzai dal letto e guardai fuori dalla finestra: dalla posizione del sole, dovevano essere le nove del mattino. Molto bene, mi dissi mentre mi stiracchiavo, andiamo a prepararci...
    Scesi in bagno e mi feci una bella doccia bollente, come piaceva a me e, subito dopo, presi a preparare la colazione. Mi fermai di botto mentre stavo per cominciare a cucinare la porzione per Camilla, ricordando che anche lei era partita la sera prima dopo avermi detto: "io devo tornare a Sinnoh, ci rivedremo lì!"; sbuffai d'impazienza per la grave mancanza di spiegazioni da parte della Campionessa bionda. Una volta mangiato, e fatto altrettanto con i pokémon, tornai al piano di sopra, nella mia stanza, dove presi il completo regalatomi per il mio compleanno, per poi cominciare ad indossarlo; quel che avevo pensato la prima volta che avevo toccato quei vestiti aveva appena trovato conferma: erano leggeri come l'acqua.
    Quando indossai il fodero della spada, mi venne un dubbio. Se indosso anche lo zaino in questo modo, starò scomodissimo... Allora legai l'arma bianca al retro della bisaccia; la differenza si notò immediatamente e l'intralcio nei movimenti si era ridotto al minimo. Sorrisi e mi tolsi lo zaino per cominciare a riempirlo di tutto ciò di cui avrei avuto bisogno durante la mia curiosa campagna: pokéball, pozioni, antidoti, antiparalisi, qualche bacca, del cibo per entrambi, acqua, cure mediche per me e qualche attrezzo personale, così per essere sicuri di avere qualche arma in più.
    <<ragazzi! E' ora di andare!>> dissi ad alta voce mentre scendevo le scale e indossavo un paio di guanti in pelle senza-dita; trovai tutti e quattro i miei pokémon davanti alla porta d'ingresso, ad attendermi. Riolu si agitava dall'impazienza. Sorrisi; <<forza, rientrate nelle vostre pokéball>> e i piccoli obbedirono con poche lamentele. Indossai il Pokékron sul polso sinistro e lo accesi: subito segnò l'ora esatta e la temperatura attuale. <<molto bene...>> sussurrai; mi avvicinai alla porta ma indugiai con la mano sulla maniglia. Guardai alle mie spalle: per undici anni avevo vissuto in quella casa... Ma, evidentemente, il destino aveva deciso altrimenti; non che mi dispiacesse così tanto, per la verità. Mettermi in viaggio con amici fedeli come i pokémon sarebbe stata un'esperienza importantissima per la mia giovane vita. Presi un profondo respiro e aprii la porta: il sole mi scaldò il viso e la fascia da fronte che avevo indossato mi tenne i capelli fermi quando una brezza fresca me li scompigliò. Alla fine uscii, chiusi la porta, e mi incamminai verso il porto, poichè di prendere l'aereo non ci pensavo neanche; a questo punto, avrei potuto arrivare a Sinnoh volando per conto mio, grazie ad un'altra delle mie nuove abilità.

    <<buongiorno!>> salutai la signorina al bancone di vendita biglietti; <<dimmi pure>> rispose lei. <<un biglietto per Sinnoh, grazie>> dissi porgendole il denaro necessario. <<sei da solo?>>
    <<sì>>
    <<ecco qui, uno per Sinnoh. La nave parte tra cinque minuti dal molo sette>> disse la ragazza indicandomi l'imbarcazione; chinai il capo nella sua direzione per ringraziarla e presi il biglietto, per poi prendere posto nella nave.

    ***



    Ci vollero tre giorni per riuscire ad arrivare a destinazione, ovvero il porto di Sabbiafine.
    Alzai lo sguardo e osservai il cielo, una volta sceso dalla nave: non c'era neanche una nuvola in cielo e il sole infieriva su tutto ciò che vi stava al disotto. Riportai lo sguardo sulla città. I palazzi erano davvero pochi, il che mi faceva intuire che vi abitavano al massimo cinquemila abitanti.
    Non ci feci caso e mi incamminai verso una costruzione estremamente importante per un Allenatore: un Centro Pokémon; tuttavia, non avendone mai visto uno, la ricerca era piuttosto ardua. Chiesi in giro e tutti coloro ai quali rivolsi la mia domanda, diedero la medesima risposta: <<nella parte più a sud troverai un palazzo molto ampio, con porte automatiche e una grossa "P" al neon montata in cima, quello è il Centro di Sabbiafine>>, e di fatti era proprio così.
    Entrato, notai immediatamente l'allegria che aleggiava in quel posto, tra Allenatori che chiacchieravano allegramente tra di loro, o bambini che giocavano con i pokémon dei loro amici, o altri ancora che litigavano per qualche motivo. Mi avvicinai al bancone, dove un'infermiera stava spiegando qualcosa di importante ad un ragazzo preoccupato; quando quello se ne fu andato attirai l'attenzione della ragazza. <<ciao!>> mi salutò, <<sei nuovo di Sabbiafine?>>, <<sì, esatto>> risposi sorridendo. <<hai bisogno di qualcosa?>> mi chiese poi assumendo un'espressione di estrema gentilezza e io annuii, <<vorrei sapere dove si trova la città più vicina, sai com'è, ho appena cominciato il mio viaggio e mi piacerebbe conoscere un pò di posti, prima di cominciare ad accumulare Medaglie>>. La ragazza indicò un punto su una mappa della regione alle sue spalle. <<potresti raggiungere la città ad ovest di quì! E' un luogo tranquillo, come questo, ma molto più ampio ed abitato. Sono sicura che ti piacerà!>>; la ringraziai e feci per andarmene, ma lei mi fermò nuovamente. <<aspetta!>> esclamò, <<almeno lo possiedi un Portamedaglie?>> ci pensai un attimo, e, ora che ricordavo, le risposi che no, non ne possedevo uno. Allora l'infermiera sparì dietro al bancone e, dopo qualche secondo, si rialzò, porgendomi un astuccio in plastica di colore rosso acceso. Lo presi tra le mani e lo aprii: all'interno c'era un morbido cuscinetto nero che presentava otto minuscoli spazi, in righe di quattro, all'interno dei quali potevano essere inserite le Medaglie ottenute in giro per la regione. Otto Medaglie concedevano il diritto di partecipare al torneo della Lega di Sinnoh e, una volta vinto questo, la possibilità di affrontare il Campione, o Campionessa, in questo caso.
    Chiusi il Portamedaglie e lo misi in una tasca protetta dello zaino. <<la ringrazio del suo tempo>> dissi alla ragazza ed uscii dall'edificio.
    Dunque... pensai, ha detto ad ovest... bene, mettiamoci in cammino...

    ***



    Non ci misi molto. Mezza giornata di cammino ed ero già giunto a destinazione.
    Un anno prima Camilla mi parlava delle mie origini. "Non sei nato a Wine Hill", mi diceva, "le tue origini risalgono a tutt'altro luogo, al di fuori di questa regione. Sei stato portato quì quando avevi appena un anno, tuttavia ne ignoro le ragioni"
    Ero in cima ad un palazzo ed osservavo la città. Gli occhi schermati dal sole.
    "Probabilmente vedrai questo posto quando sarai un pò più grande di ora"
    Il vento era piuttosto forte. Ero chinato su un ginocchio e scrutavo le persone che si aggiravano indaffarate per in marciapiedi.
    "E' un luogo di estrema tranquillità, vicino ad una foresta"
    Mi alzai in piedi e guardai verso l'orizzonte, dove le costruzioni ancora continuavano.
    "Questa città si chiama... Duefoglie!"
     
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29 replies since 11/5/2014, 18:17   838 views
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